Vai al contenuto

Lorenzino Sossio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il "sacello del Beato Lorenzino Sossio" a Valrovina

Lorenzino Sossio è il nome tardivamente attribuito al bambino il cui cadavere fu rinvenuto nel 1485 nei pressi di Marostica. La tradizione popolare ne fece un martire ucciso dagli ebrei di Bassano; divenne oggetto di culto fino al 1965, quando il Concilio Vaticano II ne decretò la soppressione.[1][2]

Capitello votivo a Marostica, nel punto dove secondo la tradizione si sarebbero fermati i buoi con il carro trasportante il corpo del bambino

Nell'aprile del 1485, nelle campagne tra Bassano e Marostica, fu rinvenuto il cadavere di un bambino, deceduto in circostanze ignote, a cui fonti tardive attribuiscono il nome di Lorenzino Sossio.[3]

La popolazione ritenne il bambino vittima di un infanticidio rituale attribuito agli ebrei di Bassano e tale accusa portò all'espulsione degli ebrei da Vicenza e dal suo territorio, decretata dal doge Marco Barbarigo il 21 aprile 1486.[3]

Altare con le reliquie di Lorenzino Sossio nella chiesa di Santa Maria Assunta di Marostica

Dai verbali della visita pastorale condotta il 14 ottobre 1488 nella chiesa di San Sebastiano a Marostica da Pietro Barozzi, vescovo di Padova, risulta che vi si conservava il corpo di un bambino anonimo che la popolazione riteneva martire: il vescovo esaminò il corpo e ne disapprovò il culto, ma la proibizione non ebbe effetti sulla devozione del popolo, che continuò a venerare il bambino con il consenso tacito dei vescovi di Padova e poi di Vicenza.[4]

Soppresso il convento di San Sebastiano nel 1810, il corpo del bambino fu trasferito in una ricca cappella della chiesa di Santa Maria Assunta a Marostica.[4]

Nella bolla Beatus Andreas del 22 febbraio 1755, confermando il culto del beato Andrea di Rinn, papa Benedetto XIV ricordò anche il nome di Lorenzino; il 31 agosto 1867 la congregazione dei riti confermò il culto del beato Lorenzino.[4]

La festa liturgica del beato Lorenzino si celebrava nelle diocesi di Padova e Vicenza il 15 aprile. A Marostica la festa esterna del beato si celebrava la seconda domenica dopo Pasqua.[4]

Il culto liturgico del beato fu abbandonato a norma delle disposizioni postconciliari.[4]

  1. ^ Marostica. URL consultato il 3 marzo 2022.
  2. ^ Gemma Volli, Il beato Lorenzino da Marostica presunta vittima d'un omicidio rituale, in La Rassegna Mensile di Israel, vol. 34, n. 9, 1968, pp. 513-526. URL consultato il 3 marzo 2022.
  3. ^ a b Benedetto Cignitti, BSS, vol. XI (1968), col. 1318.
  4. ^ a b c d e Benedetto Cignitti, BSS, vol. XI (1968), col. 1319.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
  • Gemma Volli, Il beato Lorenzino da Marostica, presunta vittima d'un omicidio rituale, collana Roma: La rassegna mensile di Israel, 1968.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN163151246506344130040 · GND (DE1147222053