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Comunione dei santi

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Fratelli Limbourg, San Giovanni a Patmos, XV secolo

Con l'espressione comunione dei santi nella dottrina cristiana si intende la stretta unione che esiste tra i cristiani e Gesù Cristo e conseguentemente tra di loro.

Secondo questa dottrina i cristiani non sono dei singoli credenti ma un "popolo", una "comunità" di credenti; in una parola essi formano il corpo mistico di Gesù Cristo risorto.

Fondamento neotestamentario

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Questa dottrina si fonda su vari passi del Nuovo Testamento; in particolare viene utilizzato l'esempio del corpo descritto da san Paolo nelle sue lettere:

« Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. »  ( 1Cor 12,12-13, su laparola.net.)

Di conseguenza san Paolo ne ricava l'intima unione tra i cristiani:

« Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. »  ( 1Cor 12,26-27, su laparola.net.)

Nella cristianità antica

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Il testo più antico in cui compare la terminologia di "comunione dei santi" ("communio sanctorum") è il quinto libro delle "Istruzioni per i candidati al battesimo" (Competentibus ad baptismum instructionis libelli sex) scritto da san Niceta di Remesiana nel IV secolo. Il libretto, intitolato De explanatione Symboli, mira a spiegare il simbolo apostolico. Secondo San Niceta la chiesa è "sanctorum omnium congregatio" e in essa partecipano tutti coloro che sono in grazia di Dio, vivi, defunti o nascituri, compresi quindi anche i giusti dell'antico testamento e gli angeli. Egli scrive: «...justi qui fuerunt, qui sunt, qui erunt una ecclesia sunt...Ergo in hac ecclesia crede te communionem consecuturum esse sanctorum...».

Nelle versioni latine del Simbolo degli apostoli, a partire dal IV secolo, la Chiesa è definita come "Comunione dei santi".[1][2]

La città di Dio di sant'Agostino riprende il concetto della Comunione dei santi. I cristiani infatti appartengono alle città del mondo, che sono città del Diavolo, dalle quali traggono profitto e al cui ordine contribuiscono, ma nello stesso tempo formano un'unica città di Dio accomunata dall'amore per Dio stesso e dalla ricerca della beatitudine eterna. Le due città resteranno mescolate fino al Giorno del giudizio in cui Dio le separerà.

Nella teologia cattolica

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Secondo questa dottrina della Chiesa cattolica la comunione non si interrompe con la morte, ma continua anche dopo. Per questo motivo i santi possono intercedere grazie presso Dio per i cristiani che sono in terra. Invece i cristiani possono pregare, ottenere indulgenze in favore dei defunti le cui anime sono in Purgatorio.

I santi non sono quindi solo quelli proclamati dai papi, che si trovano nel calendario, e venerati in Chiesa: santi sono tutti coloro che si trovano in Purgatorio e in Paradiso al cospetto di Dio, principio e fonte di ogni regalità e di ogni santità. Quindi i santi sono molti di più, e comprendono tutta la gerarchia degli angeli (puro spirito) del Paradiso rimasti fedeli a Dio, e le anime dei morti in attesa della risurrezione finale della carne:

  • le anime che in vita ripararono i peccati e meritarono di avere il Paradiso subito dopo la morte,
  • le anime condotte da san Michele Arcangelo dal Purgatorio in Paradiso a seguito di preghiere (e Messe) di liberazione e suffragio terrene,
  • le anime rimaste in Purgatorio, in attesa che termini il tempo di espiazione;
  • tutti i casi di assunzione al Cielo in anima e corpo umano-terreno: dal profeta Elia (2Re 2, 11) a Maria Assunta.

Inoltre la fede e le buone azioni dell'uno possono influire su tutti gli altri. Infatti, essendo membra del solo corpo di Cristo, come le parti di unico organismo, possono attingere al Tesoro della Chiesa, vale a dire agli infiniti meriti di salvezza del Risorto, ai meriti speciali della Vergine Maria e degli altri santi, ai meriti della retta fede e buone opere dei viventi.[3]

Nel Concilio Vaticano II

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La costituzione apostolica Lumen gentium indirettamente si riferisce alla Comunione dei santi, alle messe di suffragio e indulgenze per le anime del Purgatorio, nonché alla loro partecipazione celeste alla Messa e alla preghiera per l'intercessione dei santi presso Dio:

«Fino a che dunque il Signore non verrà nella sua gloria, accompagnato da tutti i suoi angeli (cfr. Mt 25,31) e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose (cfr. 1 Cor 15,26-27), alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri, compiuta questa vita, si purificano ancora, altri infine godono della gloria contemplando « chiaramente Dio uno e trino, qual è ». Tutti però, sebbene in grado e modo diverso, comunichiamo nella stessa carità verso Dio e verso il prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria. Tutti infatti quelli che sono di Cristo, avendo lo Spirito Santo, formano una sola Chiesa e sono tra loro uniti in lui (cfr. Ef 4,16). L'unione quindi di quelli che sono ancora in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata; anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dallo scambio dei beni spirituali. A causa infatti della loro più intima unione con Cristo, gli abitanti del cielo rinsaldano tutta la Chiesa nella santità, nobilitano il culto che essa rende a Dio qui in terra e in molteplici maniere contribuiscono ad una più ampia edificazione (cfr. 1 Cor 12,12-27). Ammessi nella patria e presenti al Signore (cfr. 2 Cor 5,8), per mezzo di lui, con lui e in lui non cessano di intercedere per noi presso il Padre offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini (cfr. 1 Tm 2,5), servendo al Signore in ogni cosa e dando compimento nella loro carne a ciò che manca alle tribolazioni di Cristo a vantaggio del suo corpo che è la Chiesa (cfr. Col 1,24). La nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine

I concetti sono sviluppati anche da LG 50.La Comunione dei Santi esplicitamente menzionata a numero 69,sezione conclusiva di questo documento centrale per il Concilio Vaticano II.

  1. ^ Cf. Denz.-Schön. 19; 25-30.
  2. ^ SU ALCUNI ASPETTI DELLA CHIESA INTESA COME COMUNIONE, su www.vatican.va. URL consultato il 1º giugno 2024.
  3. ^ Centro Studi, Il Sillabario del Cristianesimo. Che cos’è la Comunione dei Santi?, su Sursum Corda. URL consultato il 25 giugno 2024.

Voci correlate

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